- Lunghezza: 33.2 km
- Dislivello: in salita 991 m – in discesa 989 m
Il percorso reale, che può essere compiuto nell’arco di una giornata, in auto o in bicicletta, viene affiancato da un viaggio virtuale completo di immagini, interventi, suggerimenti, capaci di far scoprire Pantelleria, attraversando le diverse storiche contrade dell’isola, come Khamma, Tracino (costa ovest) o Scauri, Rekhale (costa sud).
L’itinerario virtuale parte da uno dei punti più facilmente raggiungibili nella zona est dell’isola (Street view 1). Ci troviamo nell’area di sosta di contrada Madonna delle Grazie, in collina, comunemente conosciuta come Grazia, dove possiamo visitare il piccolo borgo e godere di uno dei tramonti più belli di fronte l’Africa. Siamo in prossimità di via Scirafi, una piccola stradina che permette di ammirare il paesaggio rurale nella sua completezza fatta di muretti a secco, vigneti, dammusi e giardini panteschi (2).
Nell’altopiano di Bukkuram, con via San Michele (3) ricca di aziende produttrici di Passito di Pantelleria, si può degustare il vino simbolo ottenuto esclusivamente da uve Zibibbo (nome antico Moscato d’Alessandria) coltivate sull’isola.
Sulla stradina a destra, in via Grotta del Freddo, si trova l’omonimo sito, noto per il curioso fenomeno dovuto alla circolazione di correnti che fanno evaporare l’umidità riproducendo, in modo naturale, i più moderni sistemi di raffreddamento dell’aria.
L’itinerario ci porta in un’altra zona storica dell’isola: contrada Sibà(4), con il suo borgo rurale espressione della civiltà contadina e la chiesa della Madonna del Rosario (). In questa zona troviamo la famosa Grotta di Benikulà (), oasi di benessere naturale con vapori ad altissime temperature.
Lasciando il piccolo centro abitato, si fa spazio la campagna con la sua vegetazione tipica della macchia mediterranea.
Ci addentriamo nella Piana di Monastero, una delle due piane alluvionali dell’isola ad alta vocazione vitivinicola, regno dell’alberello di Zibibbo, varietà d’uva che si presta a diversi usi: consumo fresco da tavola, vino bianco secco, moscato e passito (5).
l nostro tour virtuale si arricchisce, adesso, della voce dei “guardiani della terra“, i custodi del prezioso patrimonio di Pantelleria, che raccontano la devozione con cui portano avanti la pratica agricola della vite ad alberello.
“… La guerra contro il vento nel settore vite fu più difficile che altrove e impegnò a fondo l’intelligenza dell’agricoltore pantesco. Per salvare l’uva in fiore dal micidiale nemico, non era sufficiente la potatura spietata della pianta. Occorreva dell’altro e il nostro agricoltore ebbe un’idea dantesca: come Dante schiaffa i simoniaci entro “… fori, d’un largo tutti e ciascuno era tondo”, così lui propagginò la sua vite entro buche circolari chiamate “conche” e in ognuna di esse affondò un ceppo distanziando l’uno dall’altro di otto palmi cioè due metri. Quando la vite è spoglia, il terreno in cui è piantata appare un curioso colabrodo. Ma il vento flagella comunque il vigneto […] ma la conca serve ad attenuare di molto i rovinosi effetti (D’ Aietti, 1978) …”
Giungiamo ai piedi di Monte Gibele, per percorrere via Serraglia e attraversare uno dei paesaggi più terrazzati dell’isola suggestivo per l’armoniosa fusione di colori ed elementi rurali: i i terreni coltivati, le architetture delle costruzioni, il contrasto del verde delle colture e della vegetazione, le sfumature di colore delle pietre e della terra (6).
“…perfezione e bellezza scorrono davanti i nostri occhi, in un perfetto connubio tra natura e intervento dell’uomo che diventa una vera e propria cura della pianta…”
C’è “L’isola nell’isola” a Pantelleria ed è contrada Mueggen,territorio divino, concentrazione dell’unicità delle tradizioni, della storia, della cultura.
“… Ammireremo le grandi coltivazioni a vigneto dove dimora l’alberello, curato e tutelato con grande attenzione dall’uomo, al fine di rendere il meglio di sè nella produzione di dorati chicchi d’uva Zibibbo, cultivar principe dell’isola, caratteristica per la sua ricchezza aromatica…”
Contrada Khamma (10) è un ottimo punto di snodo tra il paesaggio agricolo e costiero. In questa zona (11), fra i tantissimi siti da scoprire, c’è il giardino pantesco FAI di Donnafugata.
L’itinerario ci porta a percorrere la perimetrale (12). Da qui, è possibile, visitare Gadir(dall’arabo “conca d’acqua”): un piccolo villaggio sul mare con un porticciolo, a riparo dai venti di Maestrale, e la presenza di vasche termali che offrono un’esperienza di benessere unica, anche in notturna per i più audaci.
Raggiungiamo un altro importante punto costiero dell’isola: Cala Tramontana (13). Sono ancora visibili, in mare, le vasche (foto) in cui veniva ammassata l’uva prima della partenza. Da qui, i velieri carichi di Zibibbo, oro di Pantelleria, partivano alla volta dell’Italia.
“… L’agricoltura pantesca, praticata tutt’oggi anche sui versanti più impervi, obbliga i contadini a un prolungato inchino durante tutte le lavorazioni, prestando una cura costante della terra e della natura, praticando pazienza e rassegnazione alla fatica. Caratteristiche che si materializzano nel capolavoro della vite ad alberello, sancito nel 2014 dall’Unesco patrimonio culturale immateriale dell’umanità…”
I contributi video sono estrapolati dal documentario di Nicola Ferrari “I Guardiani della Terra”